Mia mamma: era anziana, non ci sentiva bene... é arrivato da dietro e l’ha travolta.
Mio papá: stava andando al lavoro, gli ultimi anni prima della pensione.
Era fermo lá nel mezzo, bloccava il passaggio. Papá gli é passato sotto, ma nel frattempo si é messo in moto e l’ha schiacciato.
Tiago stava seduto sui binari. Viveva depresso. É arrivato in corsa, fischiando e frenando forte, ma non s’é fermato e l’ha sbattuto lontano.
Il treno della Vale miete mediamente una vittima al mese, solo nel corridoio di Carajás.
“La gente si lamenta del rumore: passa a fianco delle case, a tutte le ore del giorno e della notte: dodici vanno e dodici tornano”. Padre Denys lo conosce bene, seguendo da anni le comunitá lungo i binari. “Non é un trenino passeggeri: sono 330 vagoni, ciascuno con 100 tonnelate di carico, uno dei convogli piú lunghi del mondo! Le vibrazioni fanno tremare le case, aprono crepe e sgretolano le pareti dei pozzi rendendoli inutilizzabili”.
“Sono stanco di seppellire gente cosí... uno di loro é stato travolto proprio il giorno di Pasqua. L’ennesimo incidente, che mi ha fatto indietreggiare al venerdí santo... Quest’anno sono rimasto bloccato lí. Non é possibile che una multinazionale cosí grande si comporti in modo cosí vigliacco: sapete qual’é l’unica indennizzazione che concede? Gli compra la cassa da morto! Beffardo e rivoltante!”
Foto: Philippe Revelli
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